PROGETTO
Alessandra Castelbarco
Marco Di Nallo
Chiara Girolami
Caterina Coli
DIREZIONE LAVORI
PLUS ULTRA studio
IMPRESA
Tabachi
FALEGNAMERIA
Stefano Garbagni
LUOGO
Macugnaga (VB)
CRONOLOGIA
Progetto 2021
Realizzazione 2022-23
PROGRAMMA
Ristrutturazione parziale, adeguamento impiantistico,
restauro.
SUPERFICIE
200 mq
Una casa Walser ai piedi del Monte Rosa la cui storia affonda le radici al XVII secolo. Posizionata sul limitare del centro abitato di Macugnaga vicino all'antica chiesa, la casa era un tempo dimora vescovile nei pressi del Dorf Walser di Staffa. Negli anni la casa è passata agli attuali proprietari, che l'hanno abitata e se ne sono presi cura per più di quattro generazioni.
Il confronto con un manufatto di tale valore, ha portato a ponderare attentamente ogni intervento nell'ottica di non stravolgere la sua architettura.
I limiti imposti dalla disponibilità dei materiali, dalle qualità degli stessi, dalle capacità fisiche di uomini e animali, dalle caratteristiche orografiche e ambientali hanno da sempre suggerito una "giusta misura" all'architettura di montagna. Questa stessa idea di "giusta misura" ha guidato anche il nostro intervento alla ricerca di un equilibrio tra conservazione e nuovo intervento, tra adeguamento tecnologico e impiantistico e mantenimento della materia originale.
L'intervento si è concentrato sulle zone che necessitavano di una maggiore funzionalità e di un adeguamento impiantistico, corrispondenti ad alcuni ampliamenti avvenuti negli anni Sessanta. Con l’intervento attuale, la camera e la cucina sono state coibentate con un nuovo strato di isolamento interno, riprogettati servizi e cucina, e aggiornato l’impianto termico della casa, con una nuova e più efficiente caldaia e un termocamino con sistema canalizzato, per garantire un migliore confort e un maggior risparmio energetico, soprattutto nel periodo invernale.
Nelle restanti parti della casa si è operato secondo un approccio più conservativo: sui volumi sul retro della casa, la copertura è stata completamente smontata per sostituire le parti ammalorate della carpenteria lignea, aggiungere uno strato di isolamento e rivestirlo nuovamente con le piode di recupero, ponendo particolare attenzione allo studio dei dettagli delle gronde e dei raccordi con le nuove stratigrafie.
La ricerca e la selezione dei materiali sono stati gli strumenti progettuali per conferire alla agli ambienti un nuovo significato che si riallacciasse però alla memoria stratificata dell’edificio.
Gli ambienti a Sud-Est — la stube e le camere da letto — sono interamente in legno, dove la componente costruttiva è strettamente legata ai rivestimenti anch'essi in legno. Alla tipica beola della Val d’Ossola è affiancato il legno di larice, che nella casa presenta diverse colorazioni secondo il grado di invecchiamento. Questo ha reso possibile una lettura stratigrafica degli interventi effettuati negli anni.
Negli ambienti oggetto di intervento si è scelto di utilizzare pannelli con tranciato di larice per tutte le nuove superfici: sia per il rivestimento che per l'arredo. La selezione senza nodi, per la cucina e per i nuovi arredi nei bagni, è stata dettata dalla volontà di comunicare un senso di contemporaneità. Nei rivestimenti, invece, è stata scelta una finitura naturale (meno selezionata e non verniciata), così da consentire la variazione cromatica legata al naturale invecchiamento del materiale, più in continuità con l’esistente, per rendere l'intervento parte integrante della vita del manufatto e della sua evoluzione futura.
Nel grande camino storico, con mostra in pietra, è stata sostituita la bocca con un termocamino con relativa canalizzazione dell'aria calda negli ambienti piu freddi, ulteriormente isolati dall'interno. Il nuovo piano e il basamento del camino sono stati realizzati con la stessa beola della cornice, ma con una finitura leggermente meno ruvida, cosi da non alterare la lettura di insieme ma rendere l'intervento riconoscibile.
Una delle domande di fondo del progetto è stata quella di capire come elaborare una nuova sintesi, e non un approccio dicotomico, che tenesse insieme memoria e trasformazione, patrimonio storico e nuove necessità funzionali e ambientali. Se da un lato quindi la casa ha mantenuto una eterogeneità tra ambienti di diverse epoche, in ciascuno di questi si è mirato a costruire uno specifico e rapporto con la contemporaneità, attraverso scelte più incisive o più delicate, senza tuttavia perdere l’identità nel suo insieme, nella consapevolezza, di aggiungere dei tasselli ad una più ampia storia in cui l’intervento rappresenta un ponte tra passato e futuro.
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Un progetto in cui si intrecciano memoria, tradizione e contemporaneità per rendere leggibile l'intervento dall'involucro storico.