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L’esposizione, curata da Luigi Gallo, Anna Maria Ambrosini Massari e Yuri Primarosa  e organizzata in collaborazione con le Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma, illustra l’estro pienamente moderno del giovane Simone Cantarini attraverso una selezione di 56 dipinti. Nato a Pesaro nel 1612 e scomparso prematuramente nel 1648, in circostanze misteriose, Simone Cantarini – il più grande pittore marchigiano del Seicento – viene celebrato 28 anni dopo la memorabile mostra organizzata a Bologna da Andrea Emiliani. L’esposizione intende presentare al pubblico una selezione ricca di opere del Pesarese, il cui corpus pittorico – accresciutosi notevolmente – sarà per l’occasione ulteriormente incrementato da opere inedite provenienti da collezioni pubbliche e private.

Il progetto di allestimento si è sviluppato secondo due idee principali: da un lato quella di costruire uno spazio fluido ma al tempo stesso con una superficie  adatta ad ospitare un grande numero di opere poste in dialogo reciproco tra loro; dall'altro quello di mettere in valore le cromie brune e profonde tipiche del periodo successivo alla Controriforma con uno sfondo luminoso e vellutato.

Lo spazio che ne risulta è articolato seppure contraddistinto da una spiccata continuità, ulteriormente sottolineata dalla zoccolatura in mdf color cioccolato, che corre lungo tutto il percorso espositivo, abbracciando in un unico gesto tutte le sale.

 

La superficie superiore, caratterizzata da un fondo telato ceruleo, è scandita da una serie di listelli verticali che inquadrano le opere, conferendo loro proporzione e ritmo e che, al tempo stesso, sostengono le didascalie stampate su mdf marrone. I volumi espositivi si articolano piegandosi e abbracciando le opere in modo da costruire visioni incrociate e spazi di intimità, con angoli tagliati a 45 (coins coupés) che raccordano diversi piani, aumentando la superficie espositiva e talvolta chiudono, come ali, alcuni spazi per ottenere un maggiore raccoglimento.

Ogni sala presenta una sua specifica e definita spazialità, concepita appositamente per mettere in dialogo le opere tra loro ma anche per costruire visuali prospettiche in grado di anticipare le opere della sale successive.

Il principio e la fine del percorso espositivo sono invece caratterizzati da un tono di colore più scuro, che annuncia una sorta di prologo e di epilogo all'intero percorso.

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MOSTRA

"Simone Cantarini

(1612-1648). Un giovane maestro tra Pesaro, Bologna e Roma"

A CURA DI

Luigi Gallo

Annamaria Ambrosini

Yuri Primarosa

PROGETTO

Marco Di Nallo ​

CON

Alessandra Castelbarco

Chiara Girolami

Emma Favaro

DIREZIONE LAVORI

Marco Di Nallo

FOTO

Claudio Ripalti

LUOGO

Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo Ducale

di Urbino (PU)

SUPERFICIE

800 mq

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