La Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, nella sua configurazione architettonica e nella intensa espressione di una temporalità sospesa carica di memorie, sembra naturalmente riflettersi e interrogarsi in quella poetica di tempo, di tracce e di revenance che è propria dell’opera di Roberto Ciaccio e di tutto il suo percorso. Gli elementi della sala, nel ritmato scandirsi di cariatidi, specchi, finestre, inducono musicalmente intervalli spaziali e temporali che assecondano il percorso e la percezione del luogo. Si tratta appunto di “intervalli” che spazialmente descrivono il luogo nei suoi ritmi essenziali, riecheggianti dalla serialità delle grandi lastre, aprendo spazialità reali e illusorie al tempo stesso nel dialogo dei riflessi delle superfici specchianti.
“Il disporre prepara per le cose la possibilità di appartenere a qualche luogo
e a partire da questo di porsi in relazione fra loro.”
[M. Heidegger, L’Arte e lo Spazio]
Luci e ombre, materiali e riflessi, altezza e profondità, aperture e soglie sono gli elementi del progetto di allestimento sviluppato in stretta sintonia con l’artista ma successivamente non realizzato. Due grandi pareti composte da lastre di ferro e inchiostri sono poste nei pressi dei due ingressi alla sala e costituiscono allo stesso tempo uno sbarramento visivo e una soglia di accesso. Al centro un lungo tavolo in ferro è utilizzato come bacheca per le piccole opere su carta; ai suoi piedi una serie di lastre di rame lucidato riflettono l’architettura della sala e conducono il visitatore verso i due pianoforti, posti su due palchi in rame, per l’esecuzione del concerto Mantra di Karlheinz Stockhausen. Dietro i pianoforti una grande parete composta da lastre in ferro fa da quinta e separa dal resto della sala, caratterizzata da opere su carta e lastre di rame. Questa seconda parte della sala si presenta come una sorta di radura, più luminosa e meno densa rispetto alla parte iniziale. Sull’angolo della sala otto opere su lastre di rame sono collocate al di sopra del primo ordine di cariatidi: un nuovo fregio che interagisce con l’architettura esistente e che pone un accento, quasi musicale, all’intera composizione.
Sulla parete sud-ovest i grandi fogli di Revenants, appositamente creati per l’occasione, sono disposti in una sequenza serrata che lascia degli intervalli in corrispondenza degli specchi della sala; per sottolinearne l’assenza un foglio di rame è posto ai piedi dello specchio. Sulla parete opposta le lastre in ferro sono disposte perpendicolarmente alla parete, a distanze e altezze diverse, in modo da creare interazioni differenti con gli specchi della sala attraverso visioni reali e illusorie.
Il disegno del progetto di allestimento è stato accompagnato dallo sviluppo del disegno dei supporti per le lastre di metallo e i fogli di carta prodotti dall’artista. La ricerca si è orientata verso lo studio di una struttura in profilati metallici modulare che consentisse di disporre le opere a diverse altezze e accoppiate fronte-retro. Per sostenere il peso delle lastre metalliche è stato progettato un profilo composto che garantisse una portata sufficiente e un risultato visivo che non interferisse con la natura delle opere.
Mostra a cura di Remo Bodei, Kurt W. Forster, Arturo Schwarz
Courtesy: Roberto Ciaccio, www.robertociaccio.com
Foto: © Davide Comelli
IDEAZIONE
Roberto Ciaccio
PROGETTO
Roberto Ciaccio
Alessandra Castelbarco
Marco Di Nallo
PROGRAMMA
Allestimento
e grafica
LUOGO
Sala delle Cariatidi,
Palazzo Reale
Milano (MI)
CRONOLOGIA
Progetto 2011