01_ ROOM WITH A VIEW
Sala del Giuramento
Un luogo dedicato alla lettura dove l’ospite è invitato a fermarsi per leggere, sostare, circondato da oggetti sia funzionali che puramente simbolici: lo sfondo affrescato, un chiaro riferimento al concetto di unicità dell’opera d’arte, è accostato a tre opere di arte contemporanea: due incisioni di Roberto Ciaccio e una di Aree di Studio che, pur riecheggiando le teorie di Walter Benjamin sull’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, al tempo stesso le contraddicono nella loro ricerca di “ripetizione differente”. Allo stesso modo il paesaggio che si staglia al di fuori delle finestre dipinte, all’apparenza tutte uguali per forma e dimensione, è diverso in ognuna. L’Arco di FLOS, nata originariamente come soluzione per illuminare il tavolo da pranzo e divenuta successivamente icona irrinunciabile da mostrare nello spazio living, si staglia in questa scenografia domestica sullo sfondo affrescato per piegarsi ad illuminare piccoli animali in legno parte del progetto WoodyZoody.




02_ UNICORN'S CABINET
Sala dei Fiumi
Una poetica lampada sospesa di Matthew McCormick incarna un magico cerchio luminoso che illumina due metà complementari della stessa scena: da un lato una seduta per la lettura, lasciata in sospeso con le pagine di un libro aperto che sembra narrare le vicende dipinte sullo sfondo. Dall’altra, oggetti fantastici che paiono emergere dalle pieghe della narrazione, dall’ottocentesco corno di bufalo, suppellettile domestico considerato un tempo portatore di fortuna, alle formelle di ceramica di Giovelab che mostrano porzioni di immaginari paesaggi in grigio e bianco e che dialogano con le piastrelle in cotto antico del pavimento, fino alla clutch della designer Tiff Manuell che unisce materiali contemporanei come la plastica a romantiche illustrazioni di nuvole che riecheggiano quelle dello sfondo affrescato.




03_ WASSILY'S REST
Atrio roveresco
Una sedia per meditare, rivolta verso la luce naturale di un cortile su cui si affaccia l’atrio. La scena narra così di una “assenza”: l’assenza dei protagonisti ma anche l’assenza di uno spazio architettonico che è solo intuito.
Ma anche una sedia per una doppia conversazione surreale: in primis tra Wassily Kandinsky, a cui è dedicata la seduta, e il corvo; in secondo luogo tra un maestro del Bauhaus degli anni ‘20, Marcel Breuer e una coppia di scoppiettanti creativi come i coniugi Eames (autori del “house bird” prodotto da Vitra) che hanno segnato la storia del design degli anni ‘50 e ‘60. Gli altri oggetti che completano la scena hanno evidente afferenza con le tre forme simbolo del bauhaus: quadrato, cerchio e triangolo.




04_ DOMESTIC WOOD
Facciata sforzesca
Traendo ispirazione dai "Mobili nella Valle" di De Chirico, l’accostamento di alcuni elementi d’arredo per interni in un esterno, su uno sfondo di vite americana, gioca sull’ambiguità tra naturale e artificiale, come nel caso della Plastic Chair degli Eames, primissima seduta in materiale sintetico prodotta industrialmente che tuttavia regge su gambe realizzate in legno.
Il contrasto si gioca anche tra natura vera e natura rappresentata, come nel caso del bosco sulla carta da parati Cole&Son che fa da fondale al guardaroba Ikea PS di Matali Crasset, una sorta di voliera in cui è intrappolato un orologio a cucù. La griglia metallica disegna un gioco di ombre come la luce che filtra nella radura di un vero bosco.




05_ WANDERING
AROUND THE DAZES
Facciata roveresca
Una serie di oggetti leggeri contrastano con un fondo materico e rappresentano il momento di sosta di un viaggiatore immaginario.
Gli oggetti sono “portatili” e trasportabili, prima tra tutti la Falkland di Munari, leggerissima, quasi impalpabile, che si ripiega completamente fino a diventare piatta. Le valigie vintage sono un chiaro riferimento al viaggio, verso luoghi geograficamente lontani ma anche nella mente, come in un sogno, accompagnato dal suono del Beolit di Bang&Olufsen, piccolo bagaglio contemporaneo che permette di portare con sé la musica.



06_ ONEIRIC JOURNEY
BY THE FIRESIDE
Appartamenti rovereschi
Un angolo dedicato al sogno, dove cullarsi sulla sedia a dondolo degli Eames, scaldati dal calore della iconica lampada Fato di Gio Ponti. Il paesaggio esotico della carta da parati a scena unica nell’antico camino diventa una finestra su una dimensione onirica, accentuata dal disegno a spirale della voluta del camino e del pavimento della stanza, quasi un richiamo all’evasione fantastica dei libri di viaggi immaginari di Jules Verne.
I due piani dell’immagine rappresentano i due ambiti: sogno e realtà. Lo sgabello Tronchetto di Aree di Studio, ricavato da un tronco di cipresso caduto nei pressi della villa, raffigura un oggetto reale e materico con un “difetto di pregio”, una crepa che raggiunge il nucleo centrale, “l’inconscio”.




07_ SWINGING BY THE RUINS
Facciata roveresca
Un equilibrio per contrasti, quello tra resti di elementi architettonici in pietra e una serie di arredi con linee esili ma che fanno del colore la loro forza. Gli elementi sono accostati seguendo una progressiva astrazione: dagli elementi vegetali del limone e del plumbago, ai tessuti disegnati da Insunsit per le sedute di co.arch studio, fino alle linee geometriche delle piastrelle dei set da tavola Di mano in mano di TELL ME A STORY. Quest’ultime, realizzate con ceramiche Marazzi recuperate in vecchi magazzini della Villa, residui di ristrutturazioni degli anni Cinquanta, rappresentano delle “nuove rovine”. Le eclissi di Magistretti, rappresentano le fasi lunari e quindi lo scorrere del tempo.




08_ WHITE NIGHTS
Cortile roveresco
Un mondo alla rovescia: una sala a cielo scoperto, un cortile disegnato come un interno ma con elementi naturali, dove il tappeto è un prato fiorito e la luce artificiale proviene da una lampada di Servomuto che appare come un ritaglio di cielo. La finestra si affaccia invece su un vero interno, il calore della lampada Snoopy di Castiglioni valorizzare la texture materica della parete e illumina le Wooden dolls di Alexander Girard, come attori in una sorta di teatro di burattini. La scena è costruita su una simmetria apparente, giocata sulla variazione degli elementi: le poltroncine con altezze diverse e le due aperture laterali, una finestra e una portafinestra, una aperta, l’altra chiusa. La scelta del colore bianco per gli arredi in primo piano contrasta con gli elementi naturali e lo sfondo in mattoni a vista.




09_ SOFT HORIZONS
WINDING LANDSCAPE
Sala delle Cariatidi
Un luogo dedicato alla conversazione e alla seduzione, la seduzione delle forme sinuose e tonde, giocato sull’assonanza tra le curve delle Eliadi e le caratteristiche degli elementi d’arredo.
Un angolo intimo immerso però in un paesaggio illusorio completamente aperto, una stanza senza pareti fatta di continui rimandi, di dettagli celati e svelati: lo specchio cela un brano di affresco ma rivela una delle Eliadi riflessa, una quinta ondulata nasconde parte del panorama dipinto ma svela un paesaggio morbido nell’acquerello di Ilaria Clari. Le due lampade Dioscuri riprendono le forme tonde e giocano sul tema mitologico e sensuale della sala.




10_ THEATRE OF ABSENCE
Sala della Calunnia
La scena è tripartita e tre sono le sedute che la caratterizzano, ognuna in assonanza con lo sfondo affrescato. Una zona in prossimità della finestra dove l’esterno è solo accennato attraverso il riflesso del vetro e nell’apertura dipinta che lascia intravedere il paesaggio dietro una colonna. L’esile lampada da terra Olivia, di Aree di Studio, con un basamento in pietra di lasa, funge allo stesso tempo da cesura e da luce di scena per la dea Diana in posizione sinuosa e il corrispettivo sgabello Fiji di Terry Dwan.
Nella porzione di destra gli anelli del tronco della seduta rievocano la forma dello specchio che racconta allo stesso tempo un brano di affresco sulla parete opposta a quella inquadrata. La quinta arancione con angolo stondato richiama invece il parterre su cui si trovano i personaggi.


